Adattato da: P. Schildknecht & C.A. Burga, Geographisches Institut der Universität Zürich, 2008.
Cronologia delle formazioni rocciose.
La migrazione dell’ambiente di formazione delle rocce del Monte Caslano (stella), illustrata da quattro ricostruzioni paleogeografiche relative a periodi successivi. Un viaggio iniziato all’equatore, attraverso antiche catene montuose, mari scomparsi, nuove montagne e recenti ghiacciai.
La storia del Monte Caslano è segnata da una serie di vicende geologiche iniziate oltre 340 milioni di anni fa. Al momento della loro formazione, nel Carbonifero Inferiore, le sue rocce più antiche erano parte della catena varisica, un’antica dorsale montuosa allora estesa a cavallo dell’equatore. Successivamente, per effetto della tettonica delle placche, l’ambiente di formazione delle rocce del Monte Caslano migrò verso nord, sino a raggiungere la latitudine attuale e a essere infine coinvolto nella formazione delle Alpi. Lungo il sentiero si incontrano diversi affioramenti rocciosi che emergono dalla copertura quaternaria del monte (morene glaciali e detrito di falda) e che, insieme a questa, permettono la lettura di tale storia geologica, espressa da una straordinaria geodiversità: a dispetto della limitata superficie sono infatti rappresentate tutte le principali classi di rocce. Si incontrano rocce sedimentarie, formatesi in ambienti fluviali, deltizi e marini. Si osservano rocce magmatiche, prodotte da eruzioni vulcaniche esplosive. Infine, si attraversano rocce metamorfiche, le più antiche, generate dalle alte pressioni e temperature connesse alla formazione della catena montuosa varisica, ben più antica di quella alpina responsabile invece del rilievo attuale.
La varietà dei suoli e la particolare conformazione del monte sono all’origine della sua sorprendente ricchezza floristica. In un’area limitata sono infatti presenti circa 600 piante vascolari (felci e piante a semi) e 150 specie di muschi. Oltre alle specie indigene, sul monte si sono stabilite numerose piante esotiche (neofite) provenienti da giardini o coltivazioni.
Molte di queste specie, che fioriscono alternandosi quasi senza interruzioni sull’arco dell’anno, si possono osservare lungo il sentiero che percorre i vari ambienti del monte. Ci s’inoltra dapprima nei boschi di latifoglie e nei castagneti, che si sviluppano sui terreni acidi del pendio settentrionale. Poi si attraversa il bosco cespuglioso con carpino nero, presente sui suoli ricchi in carbonati dell’erto versante meridionale che, nelle zone più impervie e soleggiate, è caratterizzato da pareti di roccia nuda e da prati secchi. Si giunge infine ai detriti di falda del fianco orientale che ospitano formazioni vegetali pioniere. Per questi e altri motivi il Monte Caslano è incluso da tempo nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale ed è una zona di interesse naturalistico nazionale e cantonale. Su tutto il monte sono vietate la raccolta di fiori e piante, la cattura di animali, così come la raccolta di rocce e di fossili.